26 Mag Internazionalizzare è un buon affare
E’ grazie alla convenzione del 21/04/2016 tra Mise e Simest che si è data una nuova spinta alle internazionalizzazioni. Alle Pmi che ci pensavano già da tempo, ma non avendo tutele, avevano più volte rimandato il progetto di internazionalizzarsi, grazie al fondo da 80 milioni di euro, viene dato un forte impulso a mettere in atto il proprio progetto.
Il Fondo opererà tramite due strumenti: i programmi di inserimento nei mercati extra Ue e la patrimonializzazione delle imprese esportatrici.
Il Fondo per il programma di inserimento extra Ue, come abbiamo già detto, finanzia una parte del progetto il resto è garantito da fidejussioni bancarie, assicurative etc. La durata del prestito è di 6 anni con 2 di preammortamento e un tasso di interesse del 15% del tasso di riferimento. In questo caso la richiesta è vincolante a un solo Paese e un progetto. Nessuno, tuttavia, impedisce all’impresa di fare richiesta di finanziamento solo al Fondo per l’internazionalizzazione, conseguendo gli attuali sconti sulle garanzie. Potranno essere accettate: spese di funzionamento, spese per azioni promozionali, spese per interventi vari.
I fondi, invece per la patrimonializzazione delle imprese esportatrici, per il miglioramento e la salvaguardia della solidità patrimoniale, ha caratteristiche lievemente diverse. L’importo sarà deliberato nel limite del 25% del patrimonio netto dell’impresa richiedente.
Il finanziamento è per Pmi in forma di Spa e caratteristica fondamentale è che nel corso dei tre esercizi precedenti la domanda abbiamo realizzato un fatturato estero che si attesti intorno al 35% del totale. Importo massimo erogabile è di 200mila euro o 300mila euro a seconda della classe di scoring attribuita sulla base di specifici indici di bilancio. La durata del prestito, in questo caso è di 7 anni, con due di preammortamento un tasso di interesse del 15% del tasso di riferimento.
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