Fashion Law: I numeri della contraffazione in Italia, attraverso il progetto IPERICO

12 Dic Fashion Law: I numeri della contraffazione in Italia, attraverso il progetto IPERICO

A fare maggiore chiarezza sulle allarmanti proporzioni del fenomeno contraffazione in Italia sono i dati raccolti dalla Direzione generale per la lotta alla contraffazione del ministero per lo sviluppo economico ed in particolare dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) che, attraverso il progetto IPERICO, ha realizzato un database integrato, che raccoglie i dati relativi all’attività di contrasto della contraffazione dal 2008 al 2013.

Pur essendo la punta dell’iceberg, i numeri dei sequestri operati dalla Guardia di Finanza, dall’Agenzia delle Dogane e dalla Polizia di Stato già offrono un quadro illuminante della portata del fenomeno.
Nel quinquennio 2008-13 le autorità preposte hanno effettuato circa 100mila sequestri, per un ammontare di circa 335 milioni di pezzi sequestrati ed un valore economico complessivo di 3,8 miliardi di euro.

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Dati dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza relativi a contraffazione, senza Alimentari, Bevande, Tabacchi e Medicinali. Fonte: IPERICO (DGLC-UIBM)

Tenendo presente che queste cifre si riferiscono solo alle attività illecite che lo Stato è riuscito a sventare e reprimere, è agevole immaginare le allarmanti dimensioni del business illegale del mercato del falso che ad oggi resta sommerso.

Tra le regioni italiane maggiormente interessate, il Lazio è in testa per numero di sequestri, seguito da Campania e Lombardia che pure occupano i gradini del disonorevole podio.

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Dati dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza relativi alla contraffazione con riferimento ad ogni singola regione d’Italia, ( esclusi i settori Alimentare, Bevande, Tabacchi e Medicinali). Fonte: IPERICO (DGLC UIBM)

Dato interessante, poi, è sicuramente quello relativo al settore merceologico più esposto al fenomeno: l’abbigliamento e gli accessori di abbigliamento, risultano colpiti rispettivamente dal 20,5% e dal 36,2% del totale dei sequestri. Cifre che paiono tanto più significative, se si tiene presente che, escluso il settore calzaturiero (12%), nessuno degli altri settori raggiunge il 10%.

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Dati dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza relativi a contraffazione, senza Alimentari, Bevande, Tabacchi e Medicinali. Fonte: IPERICO (DGLC-UIBM)

Rispetto ai “pezzi” sequestrati, la concentrazione è elevata nei settori di abbigliamento, accessori di abbigliamento, giocattoli e giochi e “altre merci”, che insieme raggiungono l’80% del totale.

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Dati dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza relativi a contraffazione, senza Alimentari, Bevande, Tabacchi e Medicinali. Fonte: IPERICO (DGLC-UIBM)

Relativamente all’e-commerce, invece, nel 2013 sono stati posti sotto sequestro ben 84 siti internet.

Numeri significativi e preoccupanti, tanto che la stessa Unione Europea si è impegnata a finanziare un progetto di informazione sulla contraffazione.

Nasce così il SIAC (Sistema Informativo Anti Contraffazione), progetto co-finanziato dalla Commissione Europea ed affidato dal Ministero dell’Interno alla Guardia di Finanza. Esso consiste in una piattaforma telematica plurifunzionale, attraverso cui si cerca di mettere in comunicazione tutti i soggetti coinvolti nella lotta alla contraffazione, dagli organi istituzionali alle aziende e ai singoli consumatori, con l’intento di cooperare per combattere l’industria del falso. Il SIAC consta di un vero e proprio sito internet, tramite cui rendere edotta la collettività del fenomeno e delle operazioni realizzate per arginarlo; inoltre, sono suggeriti accorgimenti pratici con cui i consumatori possono tenersi alla larga dal falso.

La piattaforma è impiegata anche per una collaborazione del privato con le istituzioni, attraverso la condivisione da parte delle aziende di schede tecniche sulle caratteristiche e peculiarità di falsificazione del proprio prodotto. In tal modo l’azione delle forze di polizia sarà più efficace e puntuale nell’individuazione delle merci contraffatte e quindi nel sequestro.

La lotta alla contraffazione, dunque, richiede un grande impiego di mezzi sia a livello nazionale, che europeo.

Un ruolo determinante lo hanno giocato i privati, che hanno preso parte attivamente alla battaglia contro il mercato del falso: dal 1987, ad esempio, INDICAM (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione) ha riunito numerose aziende ed intrapreso diverse iniziative di informazione e prevenzione (seminari, convegni, campagne pubblicitarie, studi e pubblicazioni) e di attività prodromiche al miglioramento della legislazione sul tema. INDICAM, inoltre, è tra i soci fondatori del Global Anti Counterfeiting Group (GACG), che unisce le principali organizzazioni anticontraffazione d’Europa e degli Stati Uniti ed ha un dialogo diretto e continuo con le istituzioni comunitarie (Parlamento Europeo e Commissione) e internazionali.

In questa maniera le aziende fanno fronte comune avverso un nemico che danneggia indistintamente tutti i produttori, corrompendo il rapporto di fiducia tra questi e la clientela e riducendo l’affidabilità di un marchio, cardine e punto di forza di ogni brand che si rispetti.

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