Antifrode assicurativa: attività di contrasto e repressione delle frodi assicurative

02 Mar Antifrode assicurativa: attività di contrasto e repressione delle frodi assicurative

Parlare di frodi del settore assicurativo e di sistemi di contrasto e repressione è piuttosto arduo e la complessità dell’argomento è dovuta all’offerta diversificata dei prodotti assicurativi e alla correlata varietà, pericolosità e diffusione degli schemi di frode associati.

Accanto ai rischi specifici dell’attività assicurativa si devono considerare anche i fenomeni fraudolenti di natura “generica”, comuni cioè ad ogni attività economica.

La questione si complica ulteriormente se si considera che i potenziali autori della frode appartengono alle più svariate categorie: clienti, periti, agenti, promotori, liquidatori, personale dipendente, ma anche criminalità organizzata, pirati informatici, contraffattori e concorrenti sleali.

Per tali motivi contrastare le frodi assicurative significa condurre un’autentica guerra quotidiana senza campo, che spesso si combatte con armi sottodimensionate rispetto alla portata del conflitto, soprattutto in ragione degli stringenti limiti normativi imposti dalla legislazione italiana, che mortificano ogni valida iniziativa in tal senso.

Infatti, nonostante siano molti gli interventi normativi di cui si vocifera e che consentirebbero notevoli progressi nella lotta alle frodi assicurative, si resta ancora in attesa che le istituzioni forniscano risposte concrete alle esigenze del settore.

Frattanto, tra mille restrizioni e strumenti di accertamento palesemente inadeguati, le imprese di assicurazione si sono dovute attrezzare autonomamente per fronteggiare il fenomeno.

Ciò premesso è possibile affermare, senza esitazione, che il 2012 costituisca l’anno zero dell’antifrode assicurativa in Italia.

Infatti, è solo a far data dal 2012, con l’entrata in vigore del citato regolamento n. 44/2012, che tutte (o quasi) le imprese di assicurazione si sono dotate di strutture e risorse, dedicate al monitoraggio ed al contrasto delle frodi.

Nella stragrande maggioranza dei casi si parla di vere e proprie “Unità Antifrode”, vale a dire gruppi di professionisti con specifiche competenze in materia, che – nell’ambito di ogni singola impresa di assicurazione – si occupano di prevenire, contrastare e predisporre iniziative per la repressione delle frodi.

Non sempre, tuttavia, i modelli organizzativi predisposti dalle imprese assicuratrici risultano perfettamente funzionali allo scopo, poiché spesso difettano della necessaria coordinazione operativa, indispensabile per garantire un risultato soddisfacente.

Le oggettive difficoltà, riscontrate dalle imprese per ottenere risultati all’altezza degli investimenti e delle attese, sono la dimostrazione tangibile non solo della complessità del problema, ma anche dell’esistenza di un ampio margine di miglioramento dei modelli organizzativi ed operativi predisposti sinora.

Un’attività di contrasto efficace delle condotte criminose in ambito assicurativo, infatti, dovrebbe interessare, allo stesso modo, sia la fase di assunzione del rischio sia quella di liquidazione del sinistro, le più critiche per l’individuazione ed il contrasto delle frodi.

E’ innegabile che solo un’adeguata attività di screening garantirebbe un’attività, nel complesso, più efficace; ad oggi, invece, le azioni intraprese dalle imprese sono quasi esclusivamente concentrate sulla fase di liquidazione dei sinistri, a causa di:

– difficoltà riscontrate nel migliorare la selezione della clientela, considerando i vincoli legislativi della fase assuntiva (ad esempio l’obbligo a contrarre nell’R.C. Auto);

– difficoltà oggettive nel promuovere azioni che consentano di prevenire le frodi, a causa di un utilizzo, ancora non adeguato, della banca dati sinistri, mortificato dai limiti imposti dalla Legge sulla Privacy.

In fase liquidativa, poi, l’attività antifrode è di tipo complesso, connotata da fasi successive ed interdipendenti e numerose sono le figure professionali imprescindibilmente coinvolte nel processo, ciascuna delle quali è, al tempo stesso, interprete di una fase di competenza e parte di un sistema coordinato che deve operare all’unisono.

Nel dettaglio i protagonisti dell’antifrode assicurativa sono: il liquidatore assicurativo, il liquidatore specialista antifrode, l’avvocato antifrode, l’esperto di intelligence, il medico-legale ed infine il perito.

L’intero processo inizia con l’individuazione del “sinistro anomalo”, attività che generalmente compete al liquidatore, il quale si avvale delle segnalazioni di anomalia evidenziate e trasmesse dal perito o dal medico legale o della consultazione di banche dati elettroniche (attraverso il “data matching” di targhe di veicoli e/o nominativi ricorrenti di parti, patrocinatori e testimoni).

Tale sinistro sarà, quindi, avocato dal “liquidatore antifrode”, il quale, attraverso approfondimenti investigativi (eventualmente delegati ad esperti di intelligence, quali investigatori e/o avvocati che svolgono attività di indagini difensive), provvederà ad evitare il rischio di falsi positivi.

In quel momento, dunque, si acquisiscono quegli elementi dimostrativi, indizi e/prove della condotta fraudolenta, indispensabili per fondare la futura istanza di punizione.

Esaminate le risultanze dell’istruttoria svolta, il liquidatore antifrode e l’avvocato antifrode, di concerto, valuteranno l’opportunità e le modalità più efficaci per dare impulso ad un’azione giudiziaria in sede penale, che consenta di reprimere la frode e punirne gli autori.

Qualora i pareri siano unanimi, occorrerà dare impulso concreto all’azione penale mediante lo strumento dell’esposto/querela: tale opzione, infatti, laddove correttamente impostata, consente di soddisfare la duplice esigenza di rispettare i parametri di tutela antifrode, imposti dall’organismo di controllo (IVASS), e contrastare i fenomeni fraudolenti.

 

No Comments

Post A Comment