29 Mag Expo 2015, un’occasione da non perdere
L’Esposizione Universale, che in questi mesi sta canalizzando l’attenzione di tutto il mondo sul nostro Paese, non deve essere vista soltanto come una “fiera” da visitare e che offre l’occasione di poter sperimentare cibi provenienti da tutto il globo, ma deve essere, invece, vissuta sfruttando tutte le possibilità che offre e che probabilmente saranno difficilmente replicabili nei prossimi anni.
I numeri parlano chiaro a sottolinearci l’importanza dell’evento: 148 partecipanti ufficiali confermati, Italia compresa (145 Paesi e 3 organizzazioni internazionali); 250.000 visitatori al giorno (capacità massima), 20 milioni di visitatori stimati durante i sei mesi.
Questi numeri sono indice dell’enorme potenzialità che abbiamo di interfacciarci con esponenti provenienti da ogni parte del mondo e poter intessere un’importante rete di scambi inbound e outbound utili all’impresa italiana per poter arginare lo stato di crisi che da anni la affligge e, finalmente, imbastire il proprio business plan sull’evoluzione e sulla crescita, piuttosto che sulla sopravvivenza.
A questo proposito, per esempio, già nel 2013 è stata istituita la Fondazione “Emcd, Centro Euro-Mediterraneo per lo sviluppo delle Micro, Piccole e Medie Imprese”. La fondazione è nata per volere della Camera di Commercio della città di Milano e del Ministero degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico, allo scopo di sostenere l’interscambio tra Italia e i paesi stranieri.
Un interscambio in netto aumento negli ultimi mesi. Secondo alcuni dati resi noti dall’Istat, nel primo trimestre del 2015, si è registrato, infatti, un aumento delle importazioni, così come un incremento delle esportazioni del made in Italy. L’incremento, rispetto allo stesso periodo del 2014, si aggira attorno al +1,2% per quanto riguarda l’export, dovuto soprattutto alla crescita dei rapporti con i Paesi extra UE. Anche l’aumento delle importazioni è da attribuire principalmente all’area extra UE, con un incremento del 4,9%.
Ed è proprio su questo versante che è importante agire e non farsi cogliere impreparati. Le aziende italiane non possono, quindi, mancare a questo appuntamento se vogliono nuovamente assistere a quel fenomeno che negli anni 60 veniva chiamato “miracolo economico italiano”. Ed è proprio in questo frangente, che è essenziale il supporto di un consulente che sappia fare da ponte tra le culture e accompagnare gli imprenditori più coraggiosi ad intraprendere questo percorso di apertura Verso il mondo, nella trasformazione da azienda italiana ad azienda del globo.
Nell’attività di business verso i paesi del Middle East è fondamentale la guida di un professionista esperto, sia in materia fiscale – societaria, sia in contrattualistica, ma lo skill più importante che questi dovrà avere è una spiccata propensione di mediatore tra diverse “culture” che si incontrano, affinché esso diventi per l’azienda un “facilitatore” per la definizione degli affari in essere.
L’avv. Martelli, al centro con due esponenti dell’economia degli Emirati Arabi. L’Expo è un’ottima occasione di incontri
Ma l’appuntamento Expo, come già sottolineato, è un appuntamento al quale proprio non possiamo mancare anche per poter trattare argomenti e tematiche che stanno a cuore a tutto il pianeta come l’alimentazione, tema attorno al quale si snoda l’intera Esposizione Universale. La Carta di Milano, per esempio lo dimostra.
Il documento, che rappresenta l’eredità culturale di Expo Milano 2015, richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo. Ognuno di noi, quindi, deve poter cogliere questa opportunità per poter individuare le lacune, le debolezze, ma anche i punti di forza e le norme che funzionano nel nostro sistema legislativo, e farsi portavoce con gli altri esponenti internazionali delle problematiche e dei cardini della nostra giurisprudenza per intavolare un dibattito che possa condurre allo snellimento delle procedure, a norme più chiare, semplici e condivise.
Sicuramente il tema del food in seno all’Expo 2015 potrebbe delineare in modo inequivocabile l’univocità della tracciabilità di prodotto, al fine di evitare, soprattutto per l’Italia, il ripetersi di sgradevoli fenomeni quali l’italian sounding, che portano il consumatore ad una errata percezione di provenienza del prodotto acquistato. Una normativa, unanimemente condivisa, o un protocollo d’intesa porterebbe ad un miglioramento dello stile e del modo di vivere, poiché potremmo conoscere esattamente la provenienza di quello che stiamo mangiando.
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