29 Lug Il lavoro routinario può essere considerato soltanto subordinato? La Cassazione dice no.
Lavoro autonomo considerato a tutti gli effetti subordinato? Sono innumerevoli i contenziosi aperti dai lavoratori che si riferiscono a questo diffuso malcostume.
La discriminante forte relativa al lavoro autonomo implica che il lavoratore appartenente a questa categoria assuma un’obbligazione di risultato e non di mezzi, mettendo a disposizione la propria professionalità per garantire il raggiungimento di determinati risultati. Non sussiste pertanto un vincolo di subordinazione nei confronti del committente, così come siamo portati a pensarlo nei rapporti di lavoro subordinato.
Ma l’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro non costituisce l’unico parametro di riferimento per differenziare le due tipologie di lavoro. Anche l’assenza di rischio, la forma della retribuzione, la continuità della prestazione e l’osservanza di un orario costituiscono parametri, anche se assumono natura meramente sussidiaria e non decisiva.
Tutto ciò è stato riaffermato tre giorni fa da una sentenza della Corte di Cassazione, secondo la quale “risulta ininfluente che la prestazione si svolga in maniera ripetitiva e che la stessa si protragga nel tempo con le stesse modalità all’interno dell’impresa senza assunzioni di rischio da parte del prestatore; né tali circostanze e modalità implicano, di per sé, l’assoggettamento al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro, essendo compatibili anche con il lavoro autonomo“.
Con questa sentenza si apre un nuovo capitolo nella tutela dei lavoratori autonomi, da oggi garantiti anche nelle prestazioni svolte in maniera ripetitiva.
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