09 Set Internazionalizzazione: dati e tendenze in Italia e nel mondo
Una crescita generalizzata delle importazione in tutte le aree sembra garantire il successo delle imprese italiane che puntano all’internazionalizzazione. Ecco perché
La tendenza è chiara e parla di una sempre più accentuata sofisticazione dei gusti nei Paesi emergenti: sembra essere questo il fenomeno globale in grado di garantire ancora il successo del Made in Italy e nuove importanti opportunità di profitto per le imprese del Belpaese che puntano all’internazionalizzazione. Lo sostiene il XII Rapporto sull’evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori, realizzato dall’ICE e da Prometeia. È la capacità delle aziende italiane di personalizzare i propri prodotti, e quindi di soddisfare bisogni complessi, ad essere particolarmente apprezzata sui mercati esteri, non solo nei settori tradizionali come moda, arredo e alimentare, ma anche per quanto riguarda i comparti della meccanica, della tecnologia e, soprattutto, dell’elettrotecnica.
Le aziende italiane hanno saputo interpretare correttamente questa domanda e già nel 2013, quando il loro peso sull’export nazionale è salito fino al 30%, un livello di poco inferiore alla sola Germania e superiore di 5 punti a Francia e Regno Unito. Le previsioni relative alla crescita delle importazioni nel prossimo triennio da parte dei paesi emergenti mostrano come sarà soprattutto l’apertura verso questi mercati a rivelarsi di sicuro successo per le aziende italiane. Le potenzialità sembrano essere davvero enormi anche in mercati decisamente nuovi, come i paesi dell’Africa Sub Sahariana, che grazie a una forte crescita demografica potenzieranno la domanda in modo consistente. La mossa giusta? Presidiare questi mercati in anticipo, per trovarsi già pronti al momento del boom delle richieste, che riguarderanno soprattutto il settore dell’industria meccanica, dei beni di consumo e di prodotti per l’edilizia, l’ingegneria e l’arredo.
Ecco, in breve, tendenze e dati aggiornati legati al fenomeno dell’internazionalizzazione nell’ambito dell’economia globale: da una parte si registra il venir meno della dicotomia tra mercati emergenti in forte sviluppo e mercati maturi in recessione. Questa nuova situazione, che prevede una crescita più equilibrata per tutte le aree, determina uno sviluppo generalizzato negli scambi internazionali manifatturieri, previsti in ripresa al 3,5% già nel corso di tutto il 2014 (erano al 6% nell’ultimo decennio prima della grande crisi) e pronti ad esplodere progressivamente nel 2015 e soprattutto nel 2016.Tutte le aree aumenteranno le proprie importazioni: il livello più alto di import sarà registrato negli emergenti asiatici (soprattutto Vietnam, Cina e India) con una crescita pari al 5,5%, ma anche gli emergenti europei attualmente più critici come Ucraina, Turchia e Russia garantiranno comunque un import pari all’1,3%.
Tra le buone notizie, anche il ritorno alla crescita di tutto il mercato europea legato alla zona euro e la considerevole crescita per il prossimo triennio della importazioni del Nord America. Il trend positivo previsto negli USA è di un tasso medio annuo pari al 5%.
Insomma, la crescita generalizzata delle importazioni in tutte le aree sembra davvero determinare le condizioni migliori per procedere all’internazionalizzazione dell’attività di impresa. Se non ora, quando?
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