10 Set L’avvocato nell’era digitale.

Sono passati circa cinque anni dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà del Processo Telematico ma molti avvocati cercano ancora di opporsi all’evoluzione digitale. Sicuramente è più facile per i giovani professionisti che, hanno più dimestichezza con i computer e con la rete ma la rivoluzione digitale che, presto coinvolgerà tutti i settori del diritto e diventerà la regola come procedura, ancora sta stretta ai fermi sostenitori della carta stampata!

Molti di questi, sono gli stessi magistrati che, ancora chiedono all’avvocatura di farsi carico di depositare il fascicolo di cortesia. Vi è infatti una sorta di blocco psicologico nella mente del giurista per cui viene dato per scontato che, qualsiasi modifica legislativa che, comporti un maggior uso di sistemi informatici sia fatta al solo scopo di rendere le cose più complicate.

Arrivati a questo punto dunque possiamo fare qualche riflessione in merito al rapporto tra gli avvocati e il mondo dell’informatica giuridica. Non vi è alcun dubbio infatti che, tale rapporto sia particolarmente complicato e che, ancora oggi ci siano forti resistenze tra i colleghi ad affrontare innovazioni tecnologiche che abbiano a che fare con i sistemi informatici.

Ancora oggi, infatti, si sentono molti colleghi fare affermazioni come “questo PCT è fatto solo per complicarci la vita e ci fa perdere tempo” oppure “se salta il sistema voglio vedere che succede” oppure “meglio tornare indietro perché non funziona bene” e tante altre affermazioni.

Al netto del fatto che, frasi di questo genere sono totalmente destituite di fondamento ove basti pensare ai 15 minuti di tempo che ci vogliono oggi per depositare un atto in un tribunale a 700 km di distanza, rispetto alle tempistiche di 5 anni fa, quando si doveva cercare un domiciliatario, spedire l’atto, sperare che non si perdesse nel tragitto, ecc. ecc.), come purtroppo ancora dobbiamo fare nel processo civile innanzi al Giudice di Pace.

La cosa più difficile da accettare consiste nel fatto che, è la legge che si è adeguata ad un modello nuovo di vita, le norme infatti hanno solo preso atto di quella che, è l’evoluzione della nostra società verso il digitale, adeguando la professione ai tempi. Ciò, peraltro, non è che una conseguenza logica dovuta alla natura del lavoro dell’avvocato che, si svolge a contatto con la società.

La digitalizzazione dello studio legale infatti è il prodotto di varie condotte che, ad oggi sono normali per gli avvocati come la videoscrittura, le comunicazioni a mezzo email, le pec che, hanno lo stesso valore di una raccomandata, documenti di prova digitali, fax via email e infine lo stesso processo telematico.

Già è partita la sperimentazione per quanto riguarda i depositi telematici avanti la Suprema Corte di Cassazione e nel processo penale che pian piano diventeranno solo telematici ed aggiungo per fortuna!

Non resta dunque che, convincerci come categoria che, tale evoluzione va assecondata e seguita perché rappresenta il futuro della professione.

Chi vorrebbe tornare alle lettere scritte a mano? Al processo cartaceo di un tempo ove la costruzione di un fascicolo complesso durava anche ore? Oppure a quando non esisteva whatsapp per scambiarsi i dati digitali con i colleghi in caso di urgenza?

Quello che si dovrebbe capire è che, non è più il tempo di fare ostruzionismo ma di imparare ad usare al meglio gli strumenti che, abbiamo al fine di lavorare meglio e magari avere più tempo da dedicare ai propri hobby evitando di uscire da studio a notte inoltrata.

La digitalizzazione della professione di avvocato che, parte dalla evoluzione della società rappresenta anche l’evoluzione digitale della procedura, sarà necessario infatti tenere a mente – come già avviene nel processo civile innanzi al Tribunale ove le eccezioni di rito sono anche quelle telematiche – che, l’avvocato dovrà aggiornarsi al meglio al fine di evitare figure grossolane.

Se è vero pertanto che, queste nuove norme procedurali andranno studiate per poter essere utilizzare nel processo, è anche vero che gli avvocati devono padroneggiare tale normativa per poter essere interlocutori credibili del legislatore al fine di migliorarle ed affinarle, rendendole meno complesse e macchinose in determinati aspetti.

L’avvocato in conclusione deve essere uomo del suo tempo e intuire come si muove la società per poter svolgere il suo lavoro al meglio.

 

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