06 Mag Stop della Corte di Cassazione alla pubblicazione delle fotografie cruente
E’ notizia di ieri (Adnkronos) che la Cassazione ha posto un limite al diritto di cronaca nell’uso di fotografie che riportano immagini cruente.
Il caso preso in considerazione per la sentenza è quello del fatto di sangue avvenuto a Lula nel 2003, quando la figlia di un pregiudicato del luogo è stata ferita mortalmente al capo da un colpo di arma da fuoco. Allora il fotografo Massimo Locci aveva immortalato e diffuso le drammatiche immagini degli attimi appena seguenti il delitto. Secondo la Cassazione l’imputato oltre ad aver violato il trattamento dei dati personali sensibili senza il consenso dell’interessato (gia’ punito con la legge del ’96) è tuttora punibile ai sensi dell’art. 167 del D. Lgs. 196 del 2003 in quanto tra le due fattispecie sussiste un rapporto di continuità normativa. Inoltre la Corte si è così espressa: “evidente è il nocumento arrecato al diritto della giovane vittima di vivere gli ultimi momenti della propria esistenza al riparo dalla morbosa curiosità di terzi, così come non può disconoscersi il danno morale dei familiari, che hanno subito la dolorosa esposizione alla pubblica curiosità del corpo martoriato della propria congiunta”.
Dunque le esigenze di cronaca non possono più giustificare la pubblicazione di sequenze drammatiche e la condotta di giornalisti e fotoreporter si deve adeguare ad un maggior rispetto delle normative sulla privacy.
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